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sabato 26 novembre 2016

Quite an unconfortable bed

Dopo Rebreanu, il realismo si orientò verso la periferia ed i bassifondi, come aveva fatto Arghezi in poesia.
I maggiori esponenti della "letteratura del ghetto" furono Ardeleanu e Călugăru.
Nel frattempo, intorno alla rivista "Sburătorul" e al critico impressionista Eugen Lovinescu, nasceva il "modernismo".
Questa corrente letteraria contrapponeva la "stracittà" allo "strapaese", ed era assolutamente occidentalista ed antitradizionalista: Ion Barbu portò l'ermetismo nella poesia romena mentre la prosa di Camil Petrescu è basata sullo psicologismo.
E partiamo, allora, da uno dei due romanzi più famosi di quest'ultimo, "Il letto di Procuste" (l'altro è "L'ultima notte d'amore, la prima notte di guerra").
Prima, però, qualche parola sul mito... Procuste ("stiratore") era il soprannome di un brigante che viveva sul monte Coridallo e attirava i viandanti per derubarli e mutilarli: nell'ordine, li invitava a casa sua, li imprigionava su un letto di ferro e, se erano troppo corti, li "allungava", oppure, se sporgevano dal letto, li "accorciava" (sarà Teseo a mettere fine alle sue "manie ortopediche").
Analogamente Ladima, il protagonista del romanzo, si adatta a tutto quello che il suo amore per Emilia, una sedicente attrice con poco talento e ancor meno moralità, gli esige, "allungandosi" o "accorciandosi" all'occorrenza.
In estrema sintesi, così come nessuno poteva sfuggire al supplizio perché nessuno conosceva la misura esatta del letto di Procuste, dal momento che non si conosce la misura esatta della realtà, quando si ama non c'è altra soluzione che aggiustare, con tutta la sofferenza che comporta, la realtà all'amore.
Tristan Tzara, invece, come abbiamo già visto in uno dei post precedenti, fu uno dei fondatori del “dadaismo” (già, e chi se lo scorda il celebre:”Prenez un journal./Prenez des ciseaux./..”!!).
Al dadaismo fece seguito il “costruttivismo”, promosso dalla rivista “Contimporanul”(1922), che mitizzava la tecnica moderna; la protesta contro l'egemonia borghese trovò sbocco, poi, nel programma surrealista.
Alle correnti avanguardiste fece da contraltare il “tradizionalismo”, nel quale confluirono le correnti nazionaliste dell'800.
Formatosi intorno alla rivista “Gândirea“, questo movimento opponeva il misticismo religioso ortodossista e l'etnicismo al materialismo e al naturalismo.
Il maggior poeta tradizionalista fu Lucian Blaga, mentre in prosa si distinse, con le sue novelle, soprattutto Gib Mihăescu .
Successivamente, con il gruppo “Criterion” e, specialmente, con l'opera di Mircea Eliade. l'“esistenzialismo” fece il suo ingresso nella letteratura romena.
Vorrei dedicare, però, a questo punto, un po' di spazio a Mihail Sebastian, giornalista e scrittore.
Sebastian deve la sua notorietà soprattutto alle sue commedie “La stella senza nome” e “Ultim'ora”: quest'ultima ci ricorda che scrivere, anche le cose più inoffensive, è sempre pericoloso!!!
Sebastian, tuttavia, non smetterà di scrivere, nemmeno quando dovrà abbandonare la sua casa a seguito delle leggi antisemite, e morirà, investito da un camion, pochi giorni dopo l'invasione della Romania da parte dell'Armata Rossa.
Vediamo, allora, cosa succede con l'avvento del socialismo...
I poeti tradizionalisti e modernisti dovettero ripensare le loro esperienze in funzione della nuova realtà: gli esponenti di maggior spicco furono Marin Sorescu, Ion Alexandru e, per i modernisti, Nichita Stănescu.
In prosa, il romanzo fu costretto a piegarsi alle esigenze propagandistiche del regime e furono poche le opere degne di nota: tra queste, vale la pena di citare “Morometii”, di Marin Preda [N.D.R.: naturalmente, fuori della Romania, troviamo Eugène Ionesco ( ma a lui avevamo già dedicato dello spazio in questo blog) e il filosofo Emil Cioran].
Tutti gli imperi, però, prima o poi, crollano e nel 1989, come ricorderete, la rivolta popolare pose fine alla dittatura di Ceaușescu: il poeta e giornalista Mircea Dinescu fu uno dei leader dell'insurrezione.

La sorte di chi si è ribellato troppo è di non aver più energie se non per la delusione. (E. Cioran)

POST COLLEGATI : Parte I Parte II

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