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giovedì 2 febbraio 2012

L'elogio della pigrizia

Torniamo ai grandi maestri russi per parlare di uno dei miei libri preferiti, Oblamov di Gončarov.
Oblamov è un vero gentiluomo, è intelligente, ha un animo nobile e delicato, ma è ammalato di immobilismo. Passa la maggior parte delle sue giornate in casa, o addirittura a letto, impelagandosi in sterili riflessioni che finiscono sempre allo stesso modo: rimandare ogni decisione all'indomani.
-Mancano solo 2 ore alla fine della giornata, ed in 2 ore non si è mai  fatto niente di buono.. è il ritornello che chiude ogni prospettiva di una scelta.
E intanto la sua casa va in rovina e viene derubato da lestofanti che approfittano della sua bontà
Il suo amico Stolz cerca in tutti i modi di scuoterlo dal suo torpore, cercando di farlo uscire e fargli frequentare la gente, ma questo tipo di vita lo annoia anche di più della solitudine in cui si era rifugiato.
Un giorno però conosce Olga e se ne innamora. Per un momento, sembra che per il nostro eroe ci sia una possibilità di recupero, ma quando si tratta di passare al dunque, ossia sposarla, Oblamov ha paura perchè significherebbe per lui un cambiamento troppo grande e si tira indietro: a volte anche la felicità fa paura. Olga finisce per sposarsi  con Stolz, mentre Oblamov è quasi sul lastrico, dato che non si prende minimamente cura della sua proprietà.
Finirà per sposarsi con la sua padrona di casa, una persona semplice che lo ama da tempo in segreto e dalla quale avrà un figlio. I tentativi di Stolz e di Olga di scuoterlo sono destinati a fallire e Oblamov morirà, se non felice, almeno sereno, nel suo piccolissimo mondo, riscaldato dall'affetto disinteressato  della moglie.
Che dire? Impossibile non apprezzare un personaggio del genere: sia ben chiaro che Stolz, Olga e la moglie (che ha un nome complicatissimo, Agaf’ja Matveeyna) non hanno compassione di Oblamov, ma lo amano per il suo animo: Oblamov è unico, un po' come Cyrano e Don Chisciotte.

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