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lunedì 13 febbraio 2012

La marcia su Roma

Continuiamo il nostro viaggio nella storia del '900 e andiamo in Italia. Anche nel nostro paese, come negli altri, la "Grande Guerra" aveva lasciato un'eredità pesante da gestire. Le difficoltà economiche, l'esercito di reduci ritornati a casa senza prospettive (ricordavamo precedentemente che, nella prima guerra mondiale, il coinvolgimento diretto del popolo fu enorme), uniti alla diffusione delle idee del socialismo (già nel 1892 era stato costituito il partito socialista; nel 1921 verrà poi fondato il partito comunista italiano) erano destinati ad acutizzare le tensioni sociali che metteranno fine al governo liberale e porteranno alla dittatura di Mussolini, dopo la marcia su Roma del 1922 (bisogna dire, in proposito, che il re Vittorio Emanuele III avrebbe potuto facilmente sbaragliare i fascisti in marcia sulla capitale, tuttavia non lo fece e affidò a Mussolini il compito di formare un nuovo governo).
Se da un punto di vista sostanziale il fascismo era originariamente finanziato dai latifondisti dell'epoca come risposta alle rivendicazioni dei contadini, da un punto di vista culturale il fascismo trovò  il suo humus nel Futurismo (1909:  il manifesto futurista di Marinetti): nazionalismo, militarismo, distruzione della cultura borghese diventeranno le parole d'ordine del fascismo. Così, dopo delle elezioni caratterizzate da brogli e violenze, l'Italia entrerà in due decenni di dittatura.
Ma torniamo alla "Marcia su Roma".. Anche in questo caso voglio usare "gli occhi del cinema", suggerendo ai lettori stranieri e ai giovanissimi italiani che non l'hanno visto,  un altro film del maestro Dino Risi, "La marcia su Roma", che prova a ricostruire, senza esasperazioni, attraverso le disavventure di due poveracci, quello che furono quelle giornate per l'uomo comune.



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