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mercoledì 4 gennaio 2012

Noi romantici

Abbiamo più volte accennato ad Ugo Foscolo, ed è giunto il momento di inserirlo nel suo periodo, il Romanticismo. L'opera di cui vi parlerò è Le ultime lettere di Jacopo Ortis, giovane studente che, vedendo il tramonto dei suoi ideali (Napoleone vende il Veneto agli Austriaci) e dei suoi sogni d'amore, decide di togliersi la vita.

Taci, taci: - vi sono de' giorni ch'io non posso fidarmi di me: un demone mi arde, mi agita, mi divora. Forse io mi reputo molto; ma è mi pare impossibile che la nostra patria sia così conculcata mentre ci resta ancora una vita. 
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Oh! se il tiranno fosse uno solo, e i servi fossero meno stupidi, la mia mano basterebbe. Ma chi mi biasima or di viltà, m'accuserebbe allor di delitto; e il savio stesso compiangerebbe in me, anziché il consiglio del forte, il furore del forsennato. Che vuoi tu imprendere fra due potenti nazioni che nemiche giurate, feroci, eterne, si collegano soltanto per incepparci? E dove la loro forza non vale, gli uni c'ingannano con l'entusiasmo di libertà, gli altri col fanatismo di religione: e noi tutti guasti dall'antico servaggio e dalla nuova licenza, gemiamo vili schiavi, traditi, affamati, e non provocati mai né dal tradimento, né dalla fame. - Ahi, se potessi, seppellirei la mia casa, i miei più cari e me stesso per non lasciar nulla nulla che potesse inorgoglire costoro della loro onnipotenza e della mia servitù! 
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Fortemente influenzata da un'opera preromantica di Goethe, I dolori del giovane Werther, (entrambi i protagonisti si suicidano) il romanzo di Foscolo si caratterizza per gli ideali patriottici di Jacopo Ortis che non sono presenti, invece, in Werther.
Jacopo incarna al meglio l'eroe romantico, nobile e generoso, e quindi inesorabilmente destinato alla sventura: tuttavia la sconftta di Jacopo nulla toglie all'importanza della sua ribellione e accende una speranza che forse un domani ci potrà essere una società più giusta e libera.
In fin dei conti, l'Illuminismo non era riuscito a sottrarre dall'oppressione del potere chi non possiede niente (ed, al momento, non ci è ancora riuscito nessuno) : con il Romanticismo inizia una nuova rivolta.

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